Perché medicina e territorio

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martedì 20 marzo 2012

Roma Stati Generali : Antonio Merola, considerazioni

Riceviamo e pubblichiamo con piacere le considerazioni del collega Antonio Merola, rappresentante provinciale della Continuità Assistenziale di Caserta, che è stato anche lui, come quelli che seguono il blog sanno, a Roma il 17 marzo scorso, in rappresentanza della Continuità Assistenziale della nostra Provincia.


Di seguito il testo delle sue considerazioni:



Anch’io ho partecipato a Roma agli Stati Generali della Medicina Generale, non conoscevo il collega Rispoli, con cui concordo pienamente con l’epitome da lui effettuata. Aggiungo solo che la situazione è molto ricca e variegata nel nostro Sindacato. Vi sono sensibilità molto diverse che variano da Regione a Regione. Ad esempio una discussione molto vivace (a cui ho preso parte) si è svolta tra i Colleghi dell’Emilia e quelli di Milano: i colleghi della Continuità Assistenziale è più giusto che svolgano il proprio servizio presso un “ambulatorio distrettuale” o presso i locali dell’Ospedale? In generale alla fine si è ritenuto che se le norme ed i contratti debbano valere per tutto il territorio nazionale, i particolari, come dire?, tecnici, si possono concordare a livello regionale. Per questo anche se la riunione non ha prodotto un documento conclusivo (come si poteva?), è stata foriera di iniziative che possiamo sintetizzare nel nostro Comitato Centrale e quindi portare all’attenzione del Ministero e alla Conferenza Stato-Regioni.
Il nostro Sindacato si è fatto promotore di una proposta molto dettagliata che ripercorre, come appunto diceva Rispoli, il nostro progetto Me.diCo, ma sfrondando tale progetto di alcuni elementi critici: è indispensabile che persista la capillarità degli attuali studi di Assistenza Primaria e che il medico di Famiglia abbia la massima responsabilità del cittadino-ammalato e che sia il professionista di riferimento delle patologie croniche, stante anche l’attuale invecchiamento della popolazione. Ma, sopra ogni cosa, mi sento di tranquillizzare i colleghi della Continuità Assistenziale, i quali, di qualsiasi progetto si discuta , continueranno a svolgere la propria attività convenzionale con estrema certezza, addirittura con un aumento, se si giungerà ad un accordo,  delle ore (H 38) ed in forma più professionalizzante negli ambulatori, con computer in rete, infermiere, Osa e medico di Famiglia.  Anzi, secondo quanto anch’io ho proposto, la C.A. deve essere la porta d’ingresso (il cosiddetto rapporto unico) per l’accesso all’Assistenza primaria.
Saluti
Antonio Merola  

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