Perché medicina e territorio

Oggi il territorio, a parole, é al centro dell'attenzione dei politici e degli amministratori del Servizio Sanitario Nazionale. La medicina generale, da sempre alla prese con le criticitá del "territorio", dovrebbe essere il fulcro di tutto. Questo blog , perciò, vuole porsi come luogo di stimolo, di controllo, di esposizione dei fatti e di opinioni di parte (la medicina generale). Vuole interagire con quanti, interessati da questa "riforma" , vogliono condividere le proprie aspettative ,le proprie ansie , le proposte ,le denunce e non sono disposti ad essere considerati come semplici pedine. PARTECIPA SU FACEBOOCK (https://it-it.facebook.com/ ); ISCRIVITI AL GRUPPO " MEDICINA DEL TERRITORIO" SEGUI SU TWITTER : @Med_Territorio

martedì 28 agosto 2012

Grande riforma della medicina generale. Kolkotz dei Medici e morte del medico di famiglia. Critica alla riforma dal punto di vista tecnico e politico.

In una recente intervista il Ministro Balduzzi ha dichiarato che sta lavorando, con i sindacati, ad una rimodulazione del lavoro della medicina generale in modo da ottenere la presenza sul territorio di MMG h24 per rispondere alle urgenze , con riduzione degli accessi impropri ai P.S. Come al solito si continua in questa fissazione di voler cambiare il modo di lavorare della medicina generale. La logica è quella di volerla piegare a fare da tappabuchi alla inevitabile carenza di ospedali  che verrà fuori dai tagli inevitabili alle strutture ospedaliere. Strutture la cui sopravvalutazione è colpa esclusiva della politica e della sua incapacità di pensare in termini di servizio, nonostante tre riforme sanitarie ( 502/92, 517/93 e 229/99) fatte per riportare con "i piedi per terra" il nostro SSN. Servizio estremamente politicizzato , autoreferenziale e monopolista che, di fatto, ha permesso alla politica, in generale, di controllare una formidabile macchina di consenso sociale, economico ed elettorale. Uno dei difetti principali di un SSN basato sulla fiscalità generale ( tipo Beveridge) come il nostro, è la mancanza di controlli indipendenti. Infatti la Regione autorizza, gestisce attraverso le nomine dei managment della AASSLL e controlla al tempo stesso le prestazioni e impone le regole, sia al pubblico che al privato. Questo stato di fatto provoca irresponsabilità politica, con scarsa propensione al controllo della qualità delle  prestazioni. Tutto va bene   ( panta rei, come direbbero i filosofi greci) quando non c'è necessità economica. Non è più sostenibile quando c'è bisogno di razionalizzare le spese con la necessaria introduzione di misuratori di performance e finanziamenti finalizzati. Per poter funzionare, questo tipo di rimodulazione  ha bisogno dell'introduzione di una netta separazione fra il momento programmatorio, quello gestionale e di controllo delle performance. Di tutto ció non c'è traccia nelle varie proposte. Neanche fra i tecnici che ci governano. Il motivo è semplice. Con questa modalità di riforma la politica perderebbe il controllo. Dovendosi misurare, sul serio, con l'effettiva capacità di erogare i servizi ai cittadini e non con la gestione clientelare a cui è abituata. In tutto ció è meglio lasciare le cose come stanno, chiudendo laddove non se ne può fare a meno le strutture obsolete, scaricando sulla MG le prestazioni che si deospedalizzano. Da qui la necessità di "ospedalizzare" il territorio con la creazione di mega-gruppi che dovrebbero rispondere alle necessità del territorio. Si illudono i cittadini che, in questo modo, si potenziano addirittura i servizi. Non si ha nemmeno il pudore di dire che  dei necessari investimenti, per rendere quantomeno operativi questi " iatro-kolkotz", non c'è traccia; se non in qualche piano regionale per lo più in fase sperimentale , per non parlare delle regioni in rientro dal debito. Anzi,  "altre figure di operatori sanitari (?!?)" saranno presenti in questi gruppi, senza menzione dell'origine dei finanziamenti !
Di queste ore, poi, le notizie e le anticipazioni di questa "grande riforma" che consiste nella riscrittura dell'art. 8 del Decr.Leg.vo 502/92 e s.m.i.; quello che stabilisce come si programma l'attività territoriale. Ebbene questo articolo, che fin dall'inizio ha visto la contrarietà dello SNAMI, non fa altro che metter nero su bianco il nostro "contratto". Nonostante che alcuni "grandi sindacalisti" e "grandi società scientifiche" esultino, resta intatto il grido di allarme dello SNAMI.
Infatti questi colleghi, non vedono, o, peggio, fanno finta di non vedere, alcune evidenti "storture" ed obbrobri.
Il primo obbrobrio è la scelta del decreto legge che , sotto le forche caudine della fiducia che, sicuramente, verrà posta per la votazione del provvedimento, all'atto della conversione in legge, vedrà passare questo provvedimento. Questo impedirà qualsiasi dialettica e qualsiasi  confronto serio sui contenuti di questa riforma.
Il secondo obbrobrio è la cancellazione , tout court, della Continuità Assistenziale, edulcorata dall'introduzione del "ruolo unico". Non si vede perchè, infatti, le regioni, seguendo una logica strettamente economica, , debbano pagare due volte per lo stesso servizio, visto che i MMG saranno "turnati" per garantire, nell'ambito del gruppone, la presenza h24, assieme, peraltro, agli specialisti e alle "altre figure" e al "coordinamento" ( ?!) con gli ospedali. Considerando che, in Italia, la media degli assistiti per medico di MG è di 1140 circa e che gli operatori di Continuità Assistenziale sono circa 14 mila, i conti sono chiari e mi meraviglio come altri non se li siano fatti!  
La stortura più evidente è la creazione, nell'ambito della convenzione, di figure "ambigue" , sorta di novelli minotauri, che avranno rapporto orario e a quota capitaria; avranno cosiddetti coordinatori ( capetti) a stipendio , ma convenzionati, in un guazzabuglio che complicherà, non poco, la vita dei colleghi. In tutto questo non è da dimenticare le legittime aspirazioni delle altre "figure mediche" che aspireranno a "dirigere" le nuove aree che, inevitabilmente, andranno dirette.
Tutto ciò per "normalizzare" non il territorio, ma per mettere sotto controllo la figura stessa del libero professionista rappresentato dal MMG che è la sola figura che si può permettere di curare e seguire il proprio paziente libero da qualsiasi condizionamento, perchè vede riconosciuta la sua professionalità   dalla fiducia che l'assistito ricambia con la scelta. Questo stato di fatto, non risponde alle esigenze di programmare la spesa, ridurre le variabili indipendenti e di conservare, al tempo stesso la direzione e la gestione "politica" della Sanità. Anche a costo di scardinare il pilastro stesso della MG, rappresentato dal rapporto di fiducia medico - paziente mediante un "ingabbiamento" del comportamento del medico in rigide direttive tipiche dei rapporti di dipendenza. Snaturando e forzando i limiti, che, saggiamente, il legislatore non aveva oltrepassato nella stesura dell'art. 48 della 833/78, con la complicità, di pseudo - rappresentanti della categoria.
Ecco quindi questa "grande riforma" che, scrivendo per legge un contratto, di fatto, marginalizza il ruolo dei sindacati, riducendo ancora di più lo spazio di garanzia dei MMG.
Eppure ci sono "grandi sindacalisti" e " grandi società scientifiche" che esultano; anzi "sposano" la riforma. Perchè ?
P, Orlando

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