Perché medicina e territorio

Oggi il territorio, a parole, é al centro dell'attenzione dei politici e degli amministratori del Servizio Sanitario Nazionale. La medicina generale, da sempre alla prese con le criticitá del "territorio", dovrebbe essere il fulcro di tutto. Questo blog , perciò, vuole porsi come luogo di stimolo, di controllo, di esposizione dei fatti e di opinioni di parte (la medicina generale). Vuole interagire con quanti, interessati da questa "riforma" , vogliono condividere le proprie aspettative ,le proprie ansie , le proposte ,le denunce e non sono disposti ad essere considerati come semplici pedine. PARTECIPA SU FACEBOOCK (https://it-it.facebook.com/ ); ISCRIVITI AL GRUPPO " MEDICINA DEL TERRITORIO" SEGUI SU TWITTER : @Med_Territorio

martedì 31 luglio 2012

Spending rewiew: generici, ovvero lobbies e confusione

E' di queste ore il caos sull'emendamento alla legge di conversione , in votazione al Senato, della cosiddetta legge sulla spending rewiew ,relativo alla prescrizione dei generici.
Come al solito, nel nostro Paese, ogni occasione è buona per introdurre emendamenti che, dal punto di vista logico, nulla hanno a che vedere con lo scopo della legge, ma che si prestano a giustificazioni demagogiche per coprire altre intenzioni.
La prima critica, politica, a questo emendamento , a mio avviso, è che ci si deve spiegare cosa c'entra con la spending rewiew. Infatti la differenza fra un farmaco "brand" ed uno "generico" è a carico del cittadino che può, liberamente, scegliere, restando la quota a carico dello Stato invariata. Quindi , se lo scopo è quello del risparmio, esso non viene raggiunto.
La seconda critica è l'evidente forzatura , rappresentata dalla volontà dello Stato , se passa tale emendamento, di intromettersi nella libertà di prescrizione dei medici che, in tal modo, finiranno per essere condizionati dalla economicità ( presunta, come abbiano visto) della prescrizione e dalla paura di eventuali problemi. Ottenendo proprio quello che, a parole, si vuole evitare. La dipendenza della prescrizione da fattori economici e non dalla esperienza e dalla affidabilità verso un determinato preparato, piuttosto che un altro. Neanche negli Stati totalitari si era arrivati a tanto!
La terza critica è di carattere puramente pratica e, se permettete, scientifica. Ci hanno insegnato che un farmaco ( principio attivo) per essere assorbito dall'organismo ha bisogno di essere preparato ed assemblato con delle sostanze, definite eccipienti, che consentono l'assorbimento e la successiva azione farmacologica del principio attivo. Tali eccipienti dovrebbero essere inerti; ma dall'esperienza clinica, ormai acclarata da numerosi studi internazionali, sappiamo che gli eccipienti possono determinare  effetti collaterali più o meno gravi e, in alcuni casi, determinano diversi effetti farmacologici. Tanto è vero che , molti preparati, con uguale principio attivo, hanno addirittura diverse indicazioni.
Orbene, costringere a prescrivere la sola molecola, in pratica, fa fare al medico una prescrizione al "buio" per quanto riguarda gli effetti derivanti dagli eccipienti che egli non può conoscere, in quanto il preparato che verrà assunto dal paziente verrà deciso dal farmacista a seconda di quale preparato egli consegnerà al paziente. 
Questa considerazione basta, a mio avviso, per rigettare in toto questa assurda pretesa che sottrae al medico la capacità di poter prescrivere al suo paziente il preparato che più è indicato e che , presumibilmente, non avrà effetti collaterali dagli eccipienti usati. Senza parlare delle modalità di assorbimento che possono far variare sensibilmente, fino ad annullarlo, l'effetto terapeutico atteso. 
La salute del paziente deve venire prima di tutto e conoscere i possibili effetti della somministrazione di un preparato fa parte di questa sacrosanta preoccupazione che, ogni medico, dovrebbe avere a cuore e, quindi, anche il legislatore.
Alcuni accusano i medici di essere al servizio di lobbies. E' evidentemente un espediente demagogico. Infatti, come spiegare l'introduzione di un simile emendamento in una legge che ha altri scopi, senza un confronto, schietto e sereno con tutte le componenti in causa ( produttori, medici, associazioni e farmacisti) per portare, alla luce del sole, come si fa in una democrazia, le propri argomentazioni, e, successivamente decidere? Le lobby in altre realtà, agiscono in tal modo, apertamente, davanti ad apposite commissioni; non nei corridoi della politica per introdurre degli emendamenti di tale rilevanza, in maniera nascosta che solo l'attenta vigilanza ha potuto in qualche modo mettere in evidenza. Lasciamo al lettore trarre le dovute considerazioni.
Nulla contro i generici. Ma, nell'interesse dei pazienti, bisogna lasciare al medico la libertà di scegliere quale preparato prescrivere, come , fin'ora, è possibile fare.
Alla politica riflettere su tali argomentazioni, anche se siamo consapevole che , in questo momento, le preoccupazioni sono  ben altre; purtroppo.
 Anche questo episodio contribuisce ad allargare il solco fra la politica e il Paese reale!
P.Orlando


Di seguito riportiamo l'emendamento nella prima formulazione e nella seconda formulazione che, pare, verrà licenziata al Senato. Sostanzialmente non cambia molto. Se si vuole essere certi che il paziente assuma quel determinato farmaco, non generico, bisogna sempre giustificare la scelta. 
Sulla seconda stesura, sorge, poi, una domanda: siccome la giustificazione diviene una facoltà ( così parrebbe capire da un attenta lettura); nel caso in cui tale giustificazione non venisse apposta nel prescrivere il preparato "non generico", il farmacista, prima di procedere alla sostituzione con generico, è tenuto ad informare il paziente?
Capirete che dalla risposta a questa domanda, dipende l'effettiva "novità" della seconda stesura. Infatti, se il farmacista, in assenza di giustificazione può sostituire senza dire nulla; allora, di fatto, passa l'imposizione!




prima stesura:


Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili piu' medicinali equivalenti, e' tenuto a indicare nella ricetta del Servizio Sanitario Nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. L'eventuale prescrizione di uno specifico medicinale tra quelli equivalenti deve essere giustificata dal medico con sintetica motivazione scritta.





seconda stesura:


"Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili piu' medicinali equivalenti, e' tenuto a indicare nella ricetta del Servizio Sanitario Nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. Il medico - e' la modifica apportata nel maxiemendamento - ha la facolta' di indicare altresi' la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione e' vincolante per il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilita'"







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