Perché medicina e territorio

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domenica 20 ottobre 2013

Risanamento del San Raffaele: esempio per il SSN o una "voce isolata" ? Il problema dell'autoreferenzialità e del conflitto di interesse.



L'editoriale

Risanamento del San Raffaele: esempio ?
Il problema dell'autoreferenzialità e del conflitto di interesse nel SSN. 




Su "Il Foglio" è apparso questo articolo, molto interessante ( Il metodo " San Raffaele" - da il Foglio )  a firma di A. Brambilla, dove si parla del metodo utilizzato dai nuovi amministratori dell'Ospedale "San Raffaele" di Milano, per risanare una struttura con debiti paurosi e sull'orlo del fallimento. Si parte da questa encomiabile azione di risanamento per sottolineare che, volendo, senza stravolgere il SSN, così come lo conosciamo, usando lo stesso metro si potrebbe risparmiare fino al 25 % dell'intera spesa sanitaria ( equivalente di una manovra finanziaria !).
L'articolo appare molto interessante, ma sconta, a mio avviso, come al solito, la mancata volontà di aggredire il "vizio di nascita" nel nostro SSN. 
Il " vizio di nascita" si sostanzia in due cose precise, che tutti conoscono, ma che fanno finta di non vedere:
1) autoreferenzialità;
2) conflitto di interesse
che, insieme, rendono ragione della situazione a cui siamo giunti.
Il punto 1 ( autoreferenzialità) è comune a tutti i sistemi sanitari finanziati attraverso la fiscalità generale ( metodo "Beveridge"). Cioè il problema, irrisolto, che vede lo stesso Ente erogatore del servizio essere , al tempo stesso, programmatore, gestore e controllore. Le nostre Regioni, infatti, programmano, nella cornice  del piano sanitario nazionale, la strutturazione dei loro servizi sanitari regionali, stabiliscono le regole, gestiscono i servizi e dovrebbero controllarne gli effetti in termini di risultati ed efficacia della spesa. Va da se che, in qualsiasi sistema economico, se chi controlla gestisce anche le prestazioni, sarà difficile, per non dire impossibile, ottenere una seria revisione degli errori e degli sprechi. La differenza è che, nel privato, il sistema fallisce, mentre nel pubblico si provocano solo disservizi e nuovo debito pubblico, visto che il pubblico non può fallire. Solo che, in questo caso, si finisce con il penalizzare la buona sanità che incide profondamente, non solo sulla fiscalità generale ( che aumenta) ma anche direttamente sulle tasche dei cittadini se è vero, come più volte sottolineato, che gli italiani spendono al di là dei fatidici 107 miliardi di euro del finanziamento pubblico della sanità, anche qualcosa come circa 30 miliardi di euro ( cosiddetta spesa "out of pocket") per il ricorso a sanità privata.
Quindi, prima regola sarebbe quella di separare il momento programmatorio ( politico) da quello gestionale e da quello dei controlli. Controlli che dovrebbero essere "indipendenti" e fatti da organismi con potere sanzionatorio effettivo e che non rispondano alla politica, ma, semmai ai cittadini.
Il punto 2 ( conflitto di interesse) è ancora più cogente e si intreccia con il punto 1) in una sorta di interdipendenza , che produce il corto circuito perverso in cui ci troviamo.
Parliamo, infatti, del conflitto di interesse fra la "politica" ed il "sistema". Se la programmazione è fatta dal livello politico, come si conviene in uno stato democratico, e la gestione, avviene tramite nomine che vengono fatte a livello politico, la domanda , semplice, è la seguente : potrà mai essere fatta una legge che sottrae alla politica il controllo del sistema? A voi la risposta !
Rieccoci, quindi, al punto di partenza. In assenza di separazione fra momento programmatorio e quello di controllo e gestione, difficilmente si potrà agire come ha fatto la nuova amministrazione del San Raffaele, per ridurre il costo complessivo dell'SSN, senza perdere ulteriori punti in termini di efficienza del sistema. Infatti, se le cose restano così come le conosciamo, si continuerà ad incidere con tagli lineari, pur di non intaccare interessi consolidati che non sono esattamente funzionali al cittadino, con buona pace delle , pur legittime, dichiarazioni di soddisfazione del Ministro della Salute in merito ai mancati tagli dell'ultima manovra di stabilità.  . 
Da quello che si vede e si sente, permettetemi di non essere molto ottimista. Ci sarebbe bisogno di una classe politica capace di incidere su questi due punti nodali ( autoreferenzialità e conflitto di interesse) avendo come punto di riferimento l'interesse del cittadino malato.
Il problema, al giorno d'oggi, è che non si vede ancora questa classe politica che abbia il coraggio di operare in tal senso!! 
Pasquale Orlando



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