Perché medicina e territorio

Oggi il territorio, a parole, é al centro dell'attenzione dei politici e degli amministratori del Servizio Sanitario Nazionale. La medicina generale, da sempre alla prese con le criticitá del "territorio", dovrebbe essere il fulcro di tutto. Questo blog , perciò, vuole porsi come luogo di stimolo, di controllo, di esposizione dei fatti e di opinioni di parte (la medicina generale). Vuole interagire con quanti, interessati da questa "riforma" , vogliono condividere le proprie aspettative ,le proprie ansie , le proposte ,le denunce e non sono disposti ad essere considerati come semplici pedine. PARTECIPA SU FACEBOOCK (https://it-it.facebook.com/ ); ISCRIVITI AL GRUPPO " MEDICINA DEL TERRITORIO" SEGUI SU TWITTER : @Med_Territorio

mercoledì 22 febbraio 2012

Ministro Balduzzi: medici di medicina generale h12 7 giorni su sette

ci risiamo! ogni volta che c'è un aumento degli accessi al Pronto Soccorso che mettono in crisi il sistema, viene fuori la storia della Medicina Generale che lavora poco, che non si trova, delle guardie mediche insuffienti e chi più ne ha più ne metta. La soluzione: la solita! Questa volta il neo Ministro "tecnico" non perde l'occasione per fare il "politico". Dichiara che i medici di medicina generale dovranno lavorare 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana, per intercettare le pseudo emergenze da codice bianco sul territorio. Se la matematica non è un opinione, sono 84 ore la settimana! Con quali strumenti e dove intende farci lavorare non è dato sapere. Ne come verranno strutturati queste aggregazioni territoriali. La solita uscita demagogica a buon prezzo ( mediatico ) che illude la gente e non costa nulla. Nel frattempo si monta una polemica nei confronti di una categoria, come la nostra, che lavora duramente ogni giorno e sopperisce alle carenze strutturali, organizzative e di mezzi che il territorio non ha, con l'impegno personale e mettendoci la faccia. Cosa ne pensate? Lo Snami, da tempo, ha proposto il progetto Me.Di.Co., che con pochi investimenti ed un attenta regia di coordinamento fra le varie figure territoriali avrebbe permesso al territorio di rispondere alle sfide lanciate dalla ristrutturazione degli ospedali. Invece si preferisce inseguire il grandi gruppi, ben sapendo che poche regioni possono permetterselo, in una sorta di ospedalizzazione del territorio che si tradurrá in ulteriori liste di attesa e complicazioni burocratiche.

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